Salta al contenuto principale

DURANTE E DOPO DI NOI: LA STRADA PER L'AUTONOMIA - INTERVISTA DE "IL SALVAGENTE

INTERVISTA SALVAGENTE

IL SALVAGENTE - MENSILE NAZIONALE - N.2 FEBBRAIO 2024

delle pagine 72-73 Di seguito l'intervista rilasciata dal coordinatore del nostro centro Gaetano Corbino

Intervista a cura di Daniela Molina

Per comprendere meglio quale sostegno pratico possano ricevere i disabili adulti e le loro famiglie, abbiamo contattato la cooperativa sociale Diaconia,che con il sostegno della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino ha realizzato una struttura di accoglienza composta da un centro diurno denominato “Casa dell’amicizia”, un centro residenziale nell’ottica del Durante e Dopo di noi, una fattoria sociale denominata “Fattoria Vetuscolana”, un centro sportivo, insomma un complesso articolato in un “villaggio dell’amicizia” con diversi spazi dove le persone con disabilità fisiche, sensoriali e psichiche possano svolgere le più varie attività con la finalità di raggiungere le autonomie possibili a seconda dei casi, sviluppando le proprie potenzialità in un ambiente paritario e di mutuo aiuto. La struttura sorge a Ceccano, in provincia di Frosinone e si finanzia dal Distretto Sociale B di Frosinone per quanto riguarda le attività del progetto “Durante e Dopo di Noi”, attivo dal 2019. Mentre per i servizi diurni, i costi vengono coperti in parte dalle rette (molto esigue) degli ospiti pagate dalle famiglie e in alcuni casi da alcuni Comuni, mentre per la restante parte interviene direttamente la Cooperativa Diaconia.

Al coordinatore del centro diurno Casa dell’Amicizia, Gaetano Corbino, abbiamo chiesto innanzitutto cosa devono fare le famiglie per ottenere i servizi della struttura.

sono vari percorsi: le famiglie possono rivolgersi direttamente a noi dopo averci conosciuto attraverso i social, il sito web oppure con il passaparola, o tramite associazioni di volontariato, ma accogliamo anche persone segnalate dai Comuni. Per il percorso Durante e Dopo di noi le persone coinvolte sono indicate dal Distretto Sociale B di Frosinone

E una volta entrati in contatto?

un primo incontro conoscitivo con i familiari e la persona disabile; se la persona accetta, fa un primo giorno di prova nel centro diurno. Una volta accolti nella Casa, quali attività possono svolgere? Lavoriamo su degli obiettivi e percorsi specifici personalizzati per ogni persona. Da azioni come la lettura, la scrittura, la conoscenza dei numeri e dei colori alla comprensione dell’attualità e all’uso delle nuove tecnologie. Pubblichiamo anche un nostro giornale, L’Urlo, scritto interamente dai nostri ospiti. Cerchiamo di assecondare le passioni di ognuno. Se la persona ama lo sport può seguire i nostri corsi di arti marziali e di calcio, se ama l’arte o la letteratura può partecipare ai laboratorio di teatro o di poesia. A ciò prevediamo per tutti attività per l’autonomia personale, come il lavarsi, la pulizia della casa, imparare a cucinare. In alcuni casi riusciamo pure a far fare la spesa al supermercato, con la compilazione della lista, la comprensione della differenza tra prodotti e l’utilizzo dei soldi.

Come li coinvolgete?

La nostra idea è di partire dall’inclusione, dove la persona disabile deve essere inclusa nel gruppo, si abita insieme, c’è collaborazione su tutto: nel cucinare, nell’apparecchiare la tavola, nel fare i giochi, nel fare sport. In un secondo momento affrontiamo la parte educativa, di crescita. Non sempre ci riusciamo con tutti ma con alcuni abbiamo dei risultati importanti.

Si creano dei rapporti di amicizia?

I ragazzi stessi aiutano gli operatori con quelli più in difficoltà. Come è successo nell’ambito del Durante e dopo di noi a due ragazzi autistici gravi che ora dormono in camera insieme e si aiutano a vicenda. Se dài loro libertà e fiducia, i ragazzi, anche partendo da tutte le difficoltà che hanno, si evolvono.

Che differenza c’è tra il centro diurno e quello residenziale del Dopo di noi?

Il centro diurno è al piano terra e funziona tutto l’anno dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16. Alcuni utenti li si va a prendere con il pulmino, alcuni vengono in autonomia. Fanno dei turni, chi viene due volte la settimana, chi tre e pochissimi solo un giorno a settimana. Sono loro scelte individuali. Il primo piano è invece adibito esclusivamente al Durante e dopo di noi, il progetto sostenuto dal Distretto sociale B di Frosinone. Qui i ragazzi possono restare anche a dormire per alcuni giorni (dal lunedì al venerdì) con delle turnazioni all’interno di 6 mesi. Fanno vita di gruppo, si alzano, si preparano la colazione, svolgono le attività, la sera escono, vanno al cinema, al bowling, a cena fuori. Ci sono degli operatori pronti a intervenire in caso di bisogno, ma l’obiettivo è l’autonomia del disabile quindi la loro funzione è di osservatori, perché i ragazzi devono essere più liberi possibile.

Come vivono i ragazzi questa autonomia?

Inizialmente le mamme avevano timore di lasciarli venire a fare quest’attività residenziale, ma i ragazzi – l’età media è di 40 anni – erano felici di farla, per stare in gruppo, con gli amici. Ora il feedback dei genitori è positivo, le mamme sono contente perché per una settimana possono rilassarsi, pensare a sé stesse e svolgere le proprie attività serenamente. Il progetto dà autonomia ad entrambe le parti. E i ragazzi, il sabato mattina, non vogliono tornare a casa. La legge sul Dopo di noi è nata per quando i genitori non ci saranno più.

Cosa succede in questo caso?

Questa è la preoccupazione più forte di ogni genitore: chi seguirà mio figlio quando non ci sarò più? La legge ha certamente aiutato ad attivare dei servizi innovativi come quello gestito da noi, ma non basta. Servirebbe una collaborazione più forte tra pubblico e privato per offrire a tutte le persone disabili veri progetti di vita indipendente. Un lavoro, un’assistenza qualificata, delle relazioni sociali quotidiane, una comunità di riferimento, un sostegno economico stabile. Tutto questo può essere fatto con una seria co-progettazione, senza lasciare che siano le famiglie a farsi carico di tutto, lasciando solo a quei genitori che hanno disponibilità economiche e beni, la possibilità di garantire un futuro dignitoso ai propri figli disabili.

Voi accompagnate questi ragazzi anche verso una possibile attività lavorativa?

E’ uno dei nostri obiettivi per garantire una vita indipendente e fatta di relazioni per la persona disabile. Come cooperativa abbiamo persone disabili assunte con contratti a tempo indeterminato che lavorano, per esempio, nella nostra Fattoria Vetuscolana. Tramite la regione Lazio siamo riusciti ad attivare tanti tirocini, che durano però solo 12 mesi e sono un’esperienza parziale che andrebbe estesa.



Top